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Bankitalia: stop al massimo scoperto

di Rossella Bocciarelli

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18 Marzo 2010

«Signor direttore generale, alla fine dello scorso anno la Banca d'Italia ha condotto presso il sistema bancario una rilevazione per individuare le modalità con cui gli intermediari hanno modificato le commissioni sugli affidamenti e sugli scoperti di conto a seguito dei recenti interventi legislativi». Inizia così la lettera che il numero due di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, ha spedito nei giorni scorsi a Vittorio Grilli, direttore generale dell'Economia, per illustrargli la proposta tecnica di via Nazionale che potrebbe riuscire ad abbattere quei rialzi di costo delle commissioni bancarie rilevate da Bankitalia in circa il 30 per cento del sistema.
Dalla rilevazione è infatti emerso che «il grado di opacità delle commissioni è rimasto elevato ed è in taluni casi aumentato; i costi per la clientela sono talvolta aumentati» come dice Saccomanni nella lettera indirizzata a via XX settembre, nella quale si sottolinea che «queste criticità appaiono dovute anche alla scarsa chiarezza delle nuove norme, che renderebbe opportuno un nuovo intervento legislativo alla prima occasione utile».
Ieri la proposta tecnica di Bankitalia è stata esposta dal capo del servizio normativa della Vigilanza Andrea Enria alla commissione Finanze del Senato, nel corso di un' audizione. «Si propone – ha spiegato – per gli affidamenti, di vietare la commissione di massimo scoperto e permettere la sola commissione per la messa a disposizione dei fondi, onnicomprensiva e proporzionale; per gli utilizzi extra-fido e gli scoperti di conto verrebbe consentita solo l'applicazione di una commissione determinata in misura fissa, espressa in valore assoluto, per compensare le banche delle spese di istruttoria veloce connesse con queste operazioni» e la nuova disposizione verrebbe inserita nel Testo unico bancario, anticipando una delega prevista dalla legge comunitaria per il 2008. Si tratta di una proposta, ha aggiunto il dirigente di via Nazionale, rispondendo implicitamente alle critiche sul rischio - dirigismo venute dal sistema bancario, quando il Governatore Mario Draghi all'assemblea del Forex aveva accennato all'idea di una nuova legge «che agirebbe sulla struttura dei prezzi, non sui livelli».
Attualmente, secondo i risultati della rilevazione, il costo di un conto corrente bancario, «é pari, in media, a 114 euro (al netto dell'imposta di bollo)» con una componente di natura fissa di 84 euro e 30 euro di componente variabile equamente distribuita tra spese di scrittura e commissioni varie. «Il costo medio, ha spiegato Enria «é rimasto sostanzialmente allineato a quello rilevato nelle indagini condotte nei due anni precedenti. Emerge invece chiaramente che, a parità di altre caratteristiche, i conti aperti negli ultimi anni presentano costi significativamente più bassi (inferiori a 90 euro) rispetto ai conti già in essere prima del 2000 (oltre i 125 euro)». Secondo Bankitalia, però, «il processo di diffusione dei nuovi contratti é frenato dall'inerzia di una parte significativa di correntisti».
Inoltre, i risultati dell'indagine della banca centrale sembrano confermare che «alcune tipologie di correntisti potrebbero ottenere significativi risparmi da una più attenta selezione tra le condizioni contrattuali offerte dalle banche. In particolare, in un numero elevato di casi (oltre il 43%) la clientela che effettua un ridotto numero di operazioni potrebbe trovare convenienza a sottoscrivere contratti a minore incidenza delle componenti fisse.
Una scelta più attenta potrebbe comportare un risparmio annuale che, in base ad alcune simulazioni effettuate, potrebbe superare i 50 euro». Ieri, intanto, si è riunito l'esecutivo dell'Abi. Nella riunione(con molte poltrone vuote per via degli impegni connessi alla presentazione dei bilanci: erano assenti ad esempio sia Alessandro Profumo che Corrado Passera) il coordinatore dei "saggi", Alessandro Azzi ha formulato l'invito a presentare nei tempi più brevi possibile le candidature per il rinnovo della presidenza dell'Abi, in modo da arrivare entro aprile a tirare le fila del processo decisionale.
Dall'outlook mensile esaminato dai banchieri si ricava che il recupero degli impieghi all'economia è lentissimo(+1,2%) e che, in particolare, i prestiti alle imprese hanno accentuato la loro riduzione(-3,1% a gennaio); quanto alle sofferenze, quelle lorde sfiorano ormai i 60 miliardi ma quelle al netto delle svalutazioni sono calate da 35,9 a 35,89 miliardi, con un rapporto fra sofferenze nette e patrimonio di vigilanza all'11,38%. Dati che, secondo l'Abi, pur in peggioramento, non fanno temere per il sistema.

PLUS24 / Le spine del massimo scoperto

18 Marzo 2010
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